VIAGGIO A ROMA …. CHE AVVENTURA!

Comincio con una premessa: mi piace viaggiare, perchè oltre a visitare luoghi non conosciuti, si incontrano sempre nuove persone, alle volte molto particolari, e si mangia anche qualche piatto tipico del luogo dove ci si trova, il che non guasta.

Di recente non ho fatto un vero e proprio viaggio “turistico”, ma più un mordi e fuggi, ovvero mi sono recata a Roma per un impegno di rappresentanza per partecipare all'assemblea della F.I.W.H. (Federazione Italiana di Wheelchair Hockey).

Tendenzialmente opto per organizzarmi al meglio i viaggi che devo affrontare, evitando l'avventura, che comunque non manca mai. Quindi, avendo ben chiara la data di partenza e quella di ritorno, mi sono rimboccata le maniche per organizzare il tutto.

Primo aspetto da non sottovalutare è come raggiungere la meta in cui ci si deve recare, un traguardo da non dare per scontato quando ci si muove con la propria carrozzina elettrica.

In questo caso ho scartato la soluzione ideale, cioè spostarsi con un’auto adattata su cui salire direttamente con la carrozzina. Tra i molteplici motivi di questa scelta, hanno pesato soprattutto le tante ore di guida a carico del mio assistente, che in poco più di 24 ore avrebbe dovuto affrontare il viaggio di andata e ritorno.

Un’altra opzione poteva essere quella di fare il viaggio in aereo, una scelta che avrebbe indubbiamente ottimizzato i tempi di spostamento e, grazie alle offerte low cost, anche i costi. Ahimé ho dovuto scartare anche questa ipotesi, soprattutto per il rischio di incappare in problemi alla carrozzina elettrica, ovvero le mie “buone gambe” che mi rendono autonoma negli spostamenti quotidiani.

Infatti non è ancora così agevole muoversi in aereo con la carrozzina elettrica, che, tra l'altro, viene caricata nella stiva. E non sono pochi gli episodi capitati ad altri miei “colleghi” di malfunzionamento dell'ausilio alla sua riconsegna, in quanto il personale addetto al carico/scarico sembra non addestrato a riporre un'attenzione diversa a un bagaglio che non è l'abituale valigia o altro materiale più comunemente trasportato in aereo.

Non rimaneva che una possibilità; viaggiare in treno, soluzione che ho usato spesso ai tempi in cui da Udine mi recavo all'Università di Padova. Alla fine, valutati diversi aspetti, sono giunta alla decisione di fare un viaggio misto, ovvero andare con la mia auto fino a Mestre, per poi proseguire con un treno diretto sino a Roma. Tutto è andato per il meglio, anche se anche prendere un treno per una persona con disabilità motoria non è una cosa semplice e richiede una procedura a cui sarebbe necessario dedicare un articolo a parte e forse lo faremo.

Come ben si può capire la mobilità è un tema più complesso di quello che potrebbe sembrare.

Anche a Roma muoversi non è stato semplice. Capire se si poteva raggiungere l'hotel utilizzando il trasporto pubblico e come prenotarlo, è risultato molto complicato. E i preventivi dei privati che offrono il trasporto con mezzi adattati erano decisamente impegnativi.

Alla fine la sinergia tra la sezione UILDM laziale, che ci ha aiutato a raggiungere l'hotel, e la disponibilità di un consigliere della FIWH, che ci ha riportato in stazione, ha fatto si che trovassimo la soluzione anche per tutti gli spostamenti prioritari nella capitale.

Un aspetto che ci tengo a raccontarvi, perchè lo ritengo importante in termini di miglioramento per la sicurezza della persona con disabilità, riguarda la stazione dei treni di Mestre. Al ritorno, per raggiungere l'atrio principale, non ho dovuto come sempre attraversare i binari in superficie, cosa tra l'altro vietatissima a chiunque, ma ho potuto prendere un ascensore che mi ha permesso di percorrere il corridoio sotterraneo come tutti e risalire al primo binario che dà accesso all'atrio e all'uscita ai parcheggi. Sottolineo che i lavori di installazione degli ascensori sono ancora in corso nelle diverse banchine della stazione e ci vorrà ancora un po’ di tempo per un adeguamento completo.

Passiamo all'accessibilità dell'hotel, fondamentale per chi si muove in carrozzina. Non sempre nelle strutture alberghiere, anche quelle presentate come “accessibili”, la possibilità di muoversi è completa in tutti i diversi spazi. In questo caso la zona bagno della camera assegnataci ha richiesto un certo adattamento sia a me che al mio assistente. Niente di impossibile per fortuna, vista anche la brevissima permanenza.

Svolte tutte le incombenze formali dell'assemblea e arrivati all'ora di cena, perchè non approfittare dell’occasione per cercare un ristorante raggiungibile a piedi dove mangiare qualcosa di tipico?

Breve ricerca su Internet dal cellulare, telefonata per chiedere se il locale è accessibile e prenotazione del tavolo, poi via, partenza.

Giunti nel ristorante, affamata non essendo riuscita a pranzare, opto per un piatto impegnativo tanto quanto la giornata appena affrontata: bucatini all'amatriciana.

Rientrati, infreddoliti per la temperatura rigida della serata, ci fermiamo al bar dell'hotel e io mi riscaldo con… un infuso. Pensavate che mi buttassi sugli alcolici, eh?

Al risveglio mattutino mi aspettano due sorprese. Mentre attendo l'ascensore per scendere nella hall dell'hotel, mi trovo davanti un signore che molto disinvoltamente non indossa i pantaloni, ma solo pile, mutande, calzini e scarpe. L’imbarazzo mi spingerebbe ad aspettare l'altro ascensore, ma di fronte all'invito cortese a salire con lui, non abbiamo il coraggio di rifiutare e lo assecondiamo, anche se perplessi.

Giunti nella hall, mentre ancora ci stiamo riprendendo dal curioso incontro, incrociamo Costantino, noto personaggio televisivo (tra i protagonisti, tra l’altro, della trasmissione “Uomini e donne” di Maria de Filippi) che ho immortalato, facendogli una foto assieme al mio assistente, felicissimo di essere al suo fianco.

Pur essendo stato un viaggio breve, ho potuto immergermi nuovamente in ciò che un viaggio può sempre offrire: un'avventura da raccontare.