Mentre lo sguardo insegue i colori di un quadro, coglie i particolari di una fotografia o scivola lungo le forme di una scultura, la nostra mente si allontana dalla quotidianità e si apre a nuovi orizzonti. I redattori di WheelDM ci parlano degli autori e delle opere cui sono più legati

C'è chi continua a perdersi nel paesaggio della Mietitura alla Crau di Vincent Van Gogh, immaginandosi in quei luoghi e tra quei profumi e chi ha conosciuto un artista friulano dallo sguardo che inseguiva l'assoluto e ancora ne conserva un ricordo vitale.

Qualcuno ricorda ancora l'emozione provata davanti ai quadri degli impressionisti a Villa Manin o le tante mostre viste in Friuli e nei dintorni insieme alla madre alla scoperta di artisti come lo sloveno Lojze Spacal.

L'arte, come scrive nella sua testimonianza Silvia, è “ossigeno per la mente, un susseguirsi di momenti di osservazione, curiosità e contemplazione” che aprono delle parentesi nella nostra vita quotidiana. Anche per questo i redattori di WheelDM hanno deciso di raccontare il loro rapporto con questa dimensione fondamentale della natura umana.

Non amo il bello, amo l'assoluto

“Non amo il bello, amo l’assoluto”. È una delle frasi con cui amava presentarsi Pietro De Tommaso Il ricordo di Pietro è sempre vivo.

Qui sul tavolo ho il bellissimo catalogo di molte sue opere (alcune in casa) che lo ricordano nell’ampia mostra retrospettiva che la città di Udine gli ha dedicato lo scorso anno a Palazzo Morpurgo. Enormi tele dove le sue donne dalle forme tonde ballano, ti guardano con occhi grandi, pensano. E le sue mirabili fusioni, tori, uccelli, caprette, galli coloratissimi, soli enormi e ancora donne in pose dove mi riconosco; ecco sono quella sulla sedia, quella sul cavallo, quella che si tuffa, quella a millerighe... Legno cartapesta e tanto altro. Atleti pronti a lanciare un giavellotto e splendidi lottatori fino ai “tessuti fusi“.  

Ma Pietro, “Il mestri“ (il maestro) come affettuosamente lo salutavo è stato anche altro. Nei primi anni ’80 ha creato a Udine la scuola Testimonianze la Redazione Mentre lo sguardo insegue i colori di un quadro, coglie i particolari di una fotografia o scivola lungo le forme di una scultura, la nostra mente si allontana dalla quotidianità e si apre a nuovi orizzonti. I redattori di WheelDM ci parlano degli autori e delle opere cui sono più legati Quando l'arte entra nel cuore sperimentale “Teatro Nuovo” dove si sperimenta avveniristiche forme di teatro fino alla body painting. Meraviglioso teatro di arte e per me anche di vita.  

Maurizia Totis


Pietro De Tommaso

Dagli animali di Ligabue alla tragedia di Guernica

Le forme d’arte sono tante e tanti i suoi linguaggi. La pittura e la fotografia sono quelle che mi hanno sempre particolarmente attratto. 

Durante l’adolescenza c’è stato un pittore che ho amato molto: Ligabue. Probabilmente condizionato dallo sceneggiato che vedeva il pittore interpretato da un incredibile Flavio Bucci. Mi colpivano, da ragazzo, la solitudine, l’emarginazione che ha contraddistinto la vita di quest’uomo. Mi colpivano i quadri con gli animali, i colori vivaci. Dipingeva animali che non aveva mai visto e in modo straordinario quelli da cortile 

Crescendo fui colpito e tuttora sono appassionato dall’impressionismo. Monet, Degas, Manet e Renoir, solo per citarne alcuni nomi. Un’esplosione di colori. Frammenti di vita quotidiana, di paesaggi, città… la realtà nella tela. 

L’opera che più mi colpì fin dall’inizio fu Lo stagno delle ninfee, armonia verde di Claude Monet, poi la Notte stellata sul Rodano e La mietitura alla Crau, con Montmajour sullo sfondo di Vincent Van Gogh. Sono stato ore ad ammirare questo quadro, ogni singolo particolare, e ad immaginarmi in quei luoghi e profumi. Un’opera che cito spesso è Guernica di Pablo Picasso. Per quello che rappresenta quell'enorme quadro e il famoso aneddoto che l’accompagna. Un quadro in bianco e nero, simbolo delle atrocità della guerra. Rappresenta la sofferenza, il dolore dei popoli in guerra. L’aneddoto è quello dell'ambasciatore nazista che, di fronte al maestoso quadro, chiese: “Avete fatto voi questo orrore, maestro?”. Pablo Picasso rispose:“No, tutto questo è opera vostra!” 

La differenza tra chi si limitava a guardare l’opera e chi con quell’opera stava raccontando e denunciando qualcosa.  

Pablo Picasso realizzò poi quello che ancora oggi è il simbolo della pace: la colomba con il rametto d’ulivo.  


Pablo Picasso, Guernica

Poi ho iniziato ad interessarmi di fotografia soprattutto in bianco nero con la fotografa Dorothea Lange, tra le mie preferite assieme a Tina Modotti e Sebastião Ribeiro Salgado. I reportage di Salgado hanno un impatto visivo incredibile con fotografie capaci di comunicare con chi le osserva. 

Diego Badolo

L’arte ti cambia la vita

Mi piace vedere mostre d'arte e ho avuto modo di vederne con mia madre che condivideva la mia passione e il gusto (non sempre).  

Spesso ne visitavamo in città, ma anche in paesi limitrofi, in giorni nei quali stavamo fuori casa fino alle prime ore del pomeriggio. Mi sono rimaste care nella memoria due mostre che hanno evocato in me grandi emozioni, trasmesse dalle opere e dal posto dove si trovavano.  

Una personale di un pittore e incisore sloveno del Novecento: Lojze Spacal. Era stata allestita nel 2010 nell’antico Foledôr di Manzano, un paese che non avevo mai frequentato.  

Era un ambiente unico per le grandi dimensioni e per la bellezza della riqualificazione, che faceva trasparire il vissuto del luogo. 

In diverse epoche era stato usato in vari modi, di fatto è il recupero di un'architettura agricola.  

La struttura antica abilmente restaurata era dotata anche di uno spazioso ascensore (finalmente!).  


Vincent Van Gogh, La notte stellata

Nello spazio non suddiviso in stanze erano esposte le incisioni dell'artista, una di fronte all’altra, tutte visibili da qualsiasi punto. 

Il mio sguardo passava da un’opera all'altra. Tutte o quasi di modesta dimensione, lineari, semplici, complete, non avrei potuto dirne una preferita. Mi piacevano tutte. 

Anche le opere figurative erano belle, ma quelle espressioniste con pochi colori pieni, texture al posto del nero, privi di sfumatura e carichi di equilibrio, mi hanno subito conquistato.  

L’altra l’ho vista a Villa Manin di Passariano vicino a Udine, un posto bello, una villa imponente del Settecento, da visitare anche solo per il parco dove a primavera la fioritura dei narcisi è splendida per estensione.  

Qui ho visto gli impressionisti del nord. Le stanze della villa (con un ascensore, sacrificato, questa volta, dall’architettura antica) hanno grandi dimensioni, giuste per dare respiro a ogni quadro.  

Alcuni erano grandi diversi metri, due di questi hanno rapito il mio interesse. Entrambi restituivano l’atmosfera del paesaggio che rappresentavano: un paesaggio candido con la neve che ferma il momento e attutisce i rumori e, nella parete a fianco, un quadro con il mare in burrasca che si infrangeva con violenza su una scogliera, sotto a un cielo plumbeo.  

Una stanza dove ci siamo soffermate molto.  

Quella giornata si è conclusa con un pranzo in ristorante, non lo facevamo mai, ma quella volta ce la siamo presa comoda, concludendo bene la  giornata, dopo aver rifocillato la mente con colori e atmosfere, anche lo stomaco ha avuto la sua parte


Lojze Spacal, Città dalmatae

L’arte, qualsiasi cosa tratti, è un momento di ossigeno per la mente, perché è un susseguirsi di momenti di osservazione, curiosità e contemplazione, che apporta delle piccole parentesi di quiete dentro le quali la routine quotidiana si fa un poco da parte. 

Silvia De Piero

Una notte stellata

Fin da piccolo, l'arte è stata una mia grande passione, così, appena c'era l'occasione, mi dedicavo a visitare musei, esplorare delle mostre o a visitare qualche città d'arte. 

Una mostra che mi è piaciuta particolarmente è stata quella di qualche anno fa a Villa Manin sugli impressionisti. Apprendere questa nuova tendenza artistica per me è stata una grande emozione, ha arricchito molto la mia visione dell'arte e mi ha fatto conoscere nuovi metodi di pittura. 

I quadri erano esposti su due piani, si passava dai paesaggi ai ritratti e ogni stanza era ben illuminata da luci calde, che permettevano di individuare tutti i piccoli particolari che rendono un quadro ancora più bello di quanto lo sia già. Cosi strutturata, le opere risultavano ancor più maestose. 

Tra i quadri che mi sono piaciuti di più ci sono sicuramente quelli di Vincent Van Gogh e Monet. Un'altra cosa che mi ha colpito della mostra era che si poteva vedere quadri autentici di duecento anni fa.  


Antonio Ligabue, Autoritratto

Uno dei miei quadri preferiti è sicuramente La notte stellata di Van Gogh.  

Ogni volta che lo guardo mi trasmette sempre molta tranquillità e spensieratezza. 

Quando ero alle scuole medie, la professoressa mi propose di riprodurlo con i pastelli a cera e da lì mi innamorai di questo dipinto. I suoi colori vivi, il grande cielo stellato e la luna che sembra avvolgere il resto della composizione e il maestoso cipresso. 

Moreno Burelli