L’accessibilità, il trasporto, gli insegnanti, i compagni: l’esperienza sui banchi di cinque alunni con disabilità di oggi e di ieri

Barriere architettoniche e accessibilità, il miraggio dello scuolabus e il problema del trasporto, il rapporto con insegnanti e compagni: sono questi i problemi con cui si misura quotidianamente il diritto allo studio delle persone con disabilità. Abbiamo chiesto a cinque nostri amici di raccontare la loro esperienza scolastica, in corso o passata, evidenziando gli ostacoli incontrati, ma anche quanto di buono si è fatto e si fa per dare a tutti la possibilità di studiare e formarsi insieme ai propri coetanei.

DIEGO BADOLO
“Facevo l’arbitro...”

Ho iniziato nel 1973 fino alla terza media. Poi mi sono fermato. Non essendo scuola d’obbligo, in quegli anni non c’erano trasporti accessibili che tenessero conto dei diversamente abili e per continuare avrei dovuto andare come minimo a Gemona del Friuli. Devo dire che sono riuscito a camminare fino ai 14 anni quindi, specie alle elementari, qualche gradino non erano un ostacolo. Comunque prima del terremoto del ’76 frequentavo una scuola strutturata su più piani. La mia classe era al pian terreno ed avevo solo i pochi gradini dell’ingresso. Nel periodo della baraccopoli la scuola era tutta su un piano, c’erano solo due gradini d’ingresso.

Parte della seconda e la terza media le ho fatte nelle nuove scuole ricostruite, l’aula era al primo piano ma c’era l’ascensore.

Alle elementari andavo a piedi, alle medie in bici o se pioveva in auto. In quegli anni non c’erano particolari attenzioni, non c’erano insegnanti di sostegno o norme legislative che facilitavano la frequentazione scolastica, era tutto demandato alla sensibilità del singolo insegnante.

Nel mio caso se la classe faceva un’uscita, ad esempio nell’ora di scienze, ero autorizzato a seguire la comitiva in bicicletta.

Per le gite alcuni professori si informavano anticipatamente sull’accessibilità dei luoghi da visitare, se non lo erano, rinunciavo. Per l’ora di attività fisica, per la quale ero esonerato, alcuni professori mi mettevano in disparte a seguire la lezione o passavo l’ora nella sala bidelle o stavo in classe a fare compiti. Altri, invece, mi facevano comunque in qualche modo partecipare (ad esempio facendo l’arbitro nelle partite di basket, pallavolo, pallamano oppure nel formare le squadre o cronometrare).

LA UILDM VA A SCUOLA
La UILDM di Udine ama la scuola e coglie ogni occasione per ritornare tra i banchi. Lo fa proponendo semplici testimonianze o, più spesso, piccoli progetti didattici, preparati con serietà e passione. Per saperne di più e vedere le immagini dei nostri interventi guarda la sezione scuola sul nostro sito www.uildmudine.org