Anche nella nostra regione il movimento attorno al baskin è cresciuto in modo straordinario. Giacomo e Riccardo Tiburzio ci fanno scoprire lo sport più inclusivo che c'è

“Emozione, felicità, famiglia”. Se dovessero riassumere in tre parole che cos'è per loro il baskin, Giacomo e Riccardo Tiburzio, sceglierebbero queste. Riassumono il senso di un'avventura iniziata nel 2018, quando questo sport super inclusivo ha mosso i primi passi nella nostra regione grazie all'impegno di Alberto Andriola che ha condotto alla nascita dell'associazione sportiva dilettantistica “Zio Pino baskin Udine”.

“L'insegnante di ginnastica di Riky - raccontano - ci ha invitati ad andare a vedere il primo allenamento nella palestra dell'istituto “Bearzi” a Udine e siamo subito stati conquistati dal clima che c'era e dalle persone coinvolte nel progetto”.

È stato amore a prima vista e da allora, sospensioni per l'emergenza Covid-19 a parte, l'allenamento del martedì è diventato un appuntamento fisso che scandisce le settimane, assieme ai tornei, le amichevoli e le partite di campionato.

“Gli allenamenti della squadra - precisano Giacomo e Riccardo - in realtà sono due alla settimana, ma noi che veniamo da Codroipo e che abbiamo già tutta una serie di altri impegni riusciamo a seguirne solo uno”.

I due fratelli giocano con i ruoli 1 e 2, sono cioè dei pivot che attaccano i canestri laterali, stazionano nell'area piccola, ricevono la palla da un compagno e devono cercare di fare canestro, scegliendo di fare uno o due tentativi, nel primo caso il canestro vale tre punti e nel secondo due punti. 

Giacomo, che è il più piccolo della squadra, non può ancora giocare nelle partire ufficiali e partecipa solo a quelle dimostrative.  

Riccardo, invece, ha già vissuto l'esperienza degli incontri di campionato. 

“Quando gioco e devo tirare - spiega - mi emoziono sempre. Utilizzo una palla di spugna e le prime volte tiravo velocemente, quasi per liberarmi della responsabilità.  


Zio Pino baskin arena di Tavagnacco

Poi l'allenatore mi ha tranquillizzato e mi ha detto di prendermi tutto il tempo che serve. Abbiamo dieci secondi per fare il tiro e ho imparato a sfruttarli: adesso mi preparo, prendo la mira con calma e tiro. Mi sento più sicuro, tanto che scelgo sempre di fare un tiro solo che ci dà più punti”. 

Che si tratti di amichevoli o di partite di campionato, il bello del baskin è che senza rinunciare a un po' di sano agonismo, lo inserisce in una cornice di regole e principi che garantiscono sempre a tutti la possibilità di partecipare e dare il proprio contributo. “Una squadra - spiegano Giacomo e Riccardo - deve sempre avere in campo giocatori dei diversi ruoli e almeno una ragazza, visto che le squadre sono miste, inoltre i singoli giocatori non possono comunque segnare più di un certo numero di canestri per poi fare cambio con un compagno di squadra e l'allenatore nell'arco di una partita deve sempre far scendere in campo tutti i giocatori e le giocatrici che ha a disposizione”. 


Riccardo in azione

Sarà anche per questo spirito, che privilegia l'inclusione e il divertimento, che il movimento del Baskin in regione sta crescendo a un ritmo velocissimo. Oltre alla “Zio Pino Baskin Udine”, che ha tre squadre con una cinquantina di tesserati, in Friuli Venezia Giulia ci sono già altre cinque squadre a Trieste, Tolmezzo, Turriaco, Muggia e Pasiano di Pordenone, alle quali si aggiunge la veneta Portogruaro. “In casa - aggiungo i due fratelli - giochiamo nella palestra del “Bearzi” o nel nuovo e coloratissimo campo all'aperto che è stato creato a Tavagnacco”. Le trasferte, invece, oltre che in giro per la regione, hanno portato i ragazzi di “Zio Pino” anche più lontano, per esempio a Lubiana, per aiutare il movimento del Baskin che sta nascendo in Slovenia. “Quest'anno, poi, - ricorda Riccardo - abbiamo vinto il campionato regionale gold, che ci ha portati a partecipare alla fase interregionale a Ferrara”. Un'esperienza indimenticabile che ha visto i ragazzi e le ragazze friulane misurarsi alla pari con due realtà di vertice del baskin italiano come Bologna e Pesaro, che anche quest'anno ha vinto le nazionali. Il cuore del baskin, però, non batte solo sul campo, ma anche negli spogliatoi, dove tra compagni ci si aiuta anche nelle piccole cose, come infilarsi una maglia, negli allenamenti e nei dopopartita con le famiglie e le squadre avversarie. “Anche se ci sono differenze di età - concludono Giacomo e Riccardo - si creano tante nuove amicizie, come quella con il nostro amico David di San Giorgio di Nogaro, e si diventa un po' tutti una grande famiglia”.  

Anche per questo non vedono l'ora che l'estate passi e si ritorni in palestra per gridare tutti insieme: “Uno, due, tre Zio Pino olè”. 

Zio Pino Baskin Udine
La squadra di baskin “Zio Pino” si chiama così in memoria di un educatore, Alberto Angeli, che amava farsi chiamare così dai suoi ragazzi, e che è prematuramente scomparso qualche anno fa a soli 43 anni. Per essere sempre aggiornati sull'attività del baskin in regione la cosa più facile è seguire la pagina Facebook della “Zio Pino”: www.facebook.com/ZioPinoBaskinUdine

Come si gioca a baskin

Il baskin è il “BASket INclusivo”, una nuova attività sportiva che si ispira al basket, ma ne ha modificato il campo e le regole per creare uno sport assolutamente inclusivo in cui possono misurarsi insieme ragazzi e ragazze con e senza disabilità fisiche o intellettive di ogni tipo.  

Per quanto riguarda il campo, oltre ai due canestri tradizionali sul lato corto, ci sono anche due canestri di altezze diverse su ognuno dei due lati lunghi, delimitati da un'area di tiro “protetta” in cui stanno solo i giocatori incaricati del tiro in questi canestri laterali (pivot). 

Ogni squadra è composta da 14 giocatori, maschi e femmine, di cui sei scendono in campo. Ogni giocatore è inserito in una categoria sulla base delle sue potenzialità e con uno specifico ruolo che lo mette in condizione di dare il suo contributo alla squadra. I ruoli, cinque in tutto, vengono assegnati in base a dei criteri oggettivi. 

Nello scegliere i giocatori che giocano, l'allenatore deve rispettare una serie di regole che favoriscono la partecipazione di tutti i ruoli e un certo equilibrio tra i giocatori con diverse caratteristiche. I ruoli 1 e 2 stanno nelle aree laterali e non possono essere marcati. Hanno il compito di tirare nei due canestri laterali quando ricevono la palla dai compagni. Il ruolo 1 tira nel canestro più basso e può anche sostituire la palla da minibasket con una più adatta, per esempio una pallina di spugna o una pallina da tennis.  

Il ruolo 2 tira nei canestri laterali sia in quello alto che in quello basso a seconda delle proprie capacità (non solo in alto). 

Il ruolo 3 si muove in tutto il campo, tira sia nei canestri tradizionali, sia in quelli laterali alti, può marcare tutti e può essere marcato solo da un altro ruolo 3.  

Il ruolo 4 conosce un po' i fondamentali, palleggia in tutto il campo e tira nei canestri tradizionali senza il terzo tempo. Può marcare 4 e 5 e può esser marcato solo da ruoli 3 e 4. 

Il ruolo 5 conosce i fondamentali del basket, si muove palleggiando in tutto il campo e tira nei canestri tradizionali. Può fare al massimo tre tiri per tempo. Può marcare solo i ruoli 5. 

Ogni giocatore può realizzare al massimo tre canestri per tempo, dopo di che va sostituito. Inoltre entro il terzo tempo l'allenatore deve aver fatto giocare tutti i 14 giocatori a disposizione. 

Una partita è composta da quattro tempi di otto minuti. Come ogni gioco, il baskin è più facile da vedere che da spiegare. Cercando “baskin” su Youtube potete farvi un'idea. La cosa migliore, però, per capire quanto può essere entusiasmante è andare a vederlo dal vivo.  

La nuova stagione parte a settembre!