La storia di Paolo Palumbo ospite straordinario a San Remo

La storia di Paolo Palumbo l’avevo già sentita in televisione alle “Iene”, perché, un paio di anni fa circa, aveva pubblicato insieme allo chef Luigi Pomata un libro di ricette semplici per pazienti con problemi di deglutizione, disfagia o alimentati tramite sonda, per aiutare i familiari a cucinare, poi a omogeneizzare e somministrare per via orale o tramite sonda il piatto.

Paolo Palumbo è nato a Oristano nel 1997. É da sempre appassionato di cucina, amore trasmessogli da suo padre che fa il cuoco da una vita. Per questo motivo aveva in mente di iscriversi all’Accademia di Gualtiero Marchesi, con l’obiettivo di diventare un grande chef. Ma mentre si preparava per l’esame di ammissione, ha iniziato ad avere problemi al braccio destro. Ha avuto inizio un lungo calvario, che nel 2015 ha portato alla diagnosi di sclerosi laterale amiotrofica, conosciuta come SLA.

Nonostante questo, con l’aiuto del fratello Rosario, è riuscito ad ottenere un posto presso l’Accademia.

A 18 anni con la diagnosi di Sla, sclerosi laterale amiotrofica, il mondo sembra finito, i sogni vengono infranti e si prende coscienza di un futuro difficile, estremamente complicato, dove anche il più piccolo gesto quotidiano può risultare un insormontabile ostacolo.

Grazie all’affetto della famiglia, e del fratello Rosario in particolare, Paolo sta affrontando la battaglia nel migliore dei modi, combattendo giorno dopo giorno ed inseguendo i suoi sogni. Rosario ha lasciato gli studi e si è dedicato al fratello, aiutandolo a fare quello che ha sempre desiderato, cucinare.

Nel 2019 Paolo ha deciso di cedere alla passione per la musica, presentandosi alle selezioni per Sanremo Giovani con il brano “Io sono Paolo”, scritto da lui e accompagnato dall’artista oristanese Cristian Pintus, conosciuto con lo pseudonimo Kumalibre, che lo ha aiutato a prepararsi per questa incredibile esperienza.

Paolo purtroppo non ha passato le selezioni, ma nella seconda puntata del Festival di Sanremo 2020 Amadeus lo ha fatto salire sul palco accompagnato dal rapper Kumalibre, dal fratello Rosario e dal maestro Andrea Cutri, e gli ha fatto cantare, fuori gara, il brano “Io sono Paolo”.

Grazie al comunicatore vocale, Paolo ha dimostrato di saperci davvero fare, ha regalato al pubblico della kermesse una grande lezione di vita e un esempio di forza con la sua incredibile storia.

Attraverso il brano “Io sono Paolo”, Palumbo ha cantato la sua risalita dopo aver scoperto di essere malato. La canzone, infatti, vuole essere un incoraggiamento per tutti coloro che credono di non farcela: “Se ce l’ho fatta io, possono farcela tutti”, ha detto Palumbo. L’artista, inoltre, ha deciso di rinunciare a qualsiasi provento della canzone per devolverli all’associazione “Finalmente abili”, di cui è fondatore, per la costruzione di un centro polifunzionale per malati gravi in Sardegna.

Di seguito ho pensato di riportare il testo della canzone perché credo che perdere qualche minuto per leggerlo può regalare a chiunque una sana riflessione.

Ascoltando la canzone e le sue parole spero che la gente capisca che davanti ad una difficoltà, si può superarla con impegno e perseveranza.

Io sono Paolo
Nella vita di ognuno di noi c’è un sogno da realizzare
Dicono “per ottenere ciò che vuoi devi lottare” 
Non me la sento proprio di lasciarmi andare
Perché se esiste una speranza ci voglio provare
Mi chiamo Paolo, ho 22 anni ed ho la SLA
L’ho scoperto quattro anni fa
Mi ha levato tutto tranne la vitalità
C’è chi mi giudica con troppa cattiveria
Come se mi divertissi a star seduto tutto il giorno su una sedia
Il mio corpo è diventato una prigione
Al di là delle sbarre ci arrivo usando gli occhi e l’immaginazione
Vorrei camminare, mangiare, bere, parlare
Guarire in fretta, ho una famiglia, amici da abbracciare
Il percorso sarà lungo ma ce la farò promesso
Nonostante la stanchezza che ogni giorno porto appresso
Certe cose le capisci solo se le vivi
Guardi il mondo da una finestra sperando che quel giorno arrivi
Faccio rumore in silenzio perché ho carattere
Do speranza a ogni malato in lacrime
Ho una madre e un padre che adoro
E un fratello che mi presta gambe e braccia e non mi lascia mai da solo
Sono la montagna che va da Maometto
pur restando disteso nel letto
per volare mi bastano gli occhi
quelle volte che il mondo sta stretto
Sono la montagna che va da Maometto
pur restando disteso nel letto
per volare mi bastano gli occhi
quelle volte che il mondo si è spento
Sono la montagna che va da Maometto
pur restando disteso nel letto
per volare mi bastano gli occhi
quelle volte che il mondo sta stretto
Piacere, sono Paolo
ho fretta di raccontare
scusatemi la voce
da casello autostradale
sognavo di fare lo chef
ci sono riuscito
vedermi con la sedia a rotelle ti ha infastidito?
Questa malattia fa paura vista da fuori
Ho lottato pure quando ho perso i sapori
Ho guidato un drone nel cielo
ho parlato al G8 e ora canto a Sanremo
Sono la montagna che va da Maometto
pur restando disteso nel letto
per volare mi bastano gli occhi
quelle volte che il mondo sta stretto
Sono la montagna che va da Maometto
pur restando disteso nel letto
per volare mi bastano gli occhi
quelle volte che il mondo si è spento
Sono la montagna che va da Maometto
pur restando disteso nel letto
per volare mi bastano gli occhi
quelle volte che il mondo sta stretto
Nella vita di ognuno di noi c’è un sogno da realizzare
Dicono “per ottenere ciò che vuoi devi lottare”
Non me la sento proprio di lasciarmi andare
Perché se esiste una speranza ci voglio provare
Credo e recito il rosario
ed è proprio lui a tenere lontano il mio sicario