Barriere architettoniche: un problema che si può superare

Un gradino di troppo, un ascensore rotto, un servoscala che non funziona possono rendere la vita difficile a chi si sposta usando una carrozzina. Eppure alle volte basterebbe poco per progettare spazi accessibili a tutti. Ce lo raccontano, nel bene e nel male, le testimonianze di tre collaboratori WheelDM


Foto di Matteo Lavazza Seranto

LUCA RIGONAT
“Bloccato sul servoscala ”

Nella mia vita mi sono scontrato diverse volte con le barriere architettoniche e con gli strumenti per poterle superare.

Da citare in positivo è sicuramente “l’UCI Cinema” del centro commerciale “Tiare” di Villesse: gli ampi ascensori ti portano al secondo piano comodamente e un secondo ascensore ti porta all’area delle sale dove, a differenza di altri cinema, gli spazi dedicati alle persone in carrozzina non sono a ridosso dello schermo rendendo possibile godersi lo spettacolo senza torcicollo e senza venir rintronati dalle casse.

A volte la cattiva manutenzione dei sistemi di superamento delle barriere architettoniche diviene essa stessa una barriera architettonica.

Qualche anno fa, infatti, per superare cinque scalini sono rimasto bloccato su un servoscala per più di un ora, nessuno era in grado di intervenire e si sono dovuti chiamare i pompieri che, non andando per il sottile, mi hanno liberato sfasciando tutto.

HERRMAN FANIN
“A casa bene, sul marciapiede meno”

Per quanto riguarda le barriere architettoniche posso dire di aver avuto sia esperienze positive che esperienze negative.

Come abitazione posso dire di vivere in una casa quasi completamente a misura di disabile a parte la rampa della porta sul retro, un po' troppo ripida, e il piatto doccia, da modificare leggermente. Tutte le porte, compresa quella dell’ingresso principale, sono state costruite più larghe per far passare la carrozzina e per andare al piano superiore abbiamo dovuto installare un servoscala, con un minimo di contributo comunale e il resto sulle spalle mie e della mia famiglia.

Quando andavo a scuola ero al piano terra o c'era l'ascensore. Alle medie invece solo dopo una lunga lotta mia e della mia famiglia, abbiamo convinto la scuola a installare un servoscala che tuttora esiste (vedi WheelDM n.10).

Durante la mia esperienza di inserimento lavorativo (vedi WheelDM n. 8), a parte i problemi ambientali, l'istituto comprensivo di Ronchi (che era quello che anche frequentavo da alunno) aveva il servoscala e in quello di Monfalcone ero al piano terra o c'era l'ascensore. Ciò di cui devo lamentarmi è lo stato pietoso di alcuni tratti dei marciapiedi del comune di Ronchi dei Legionari, dove vivo, che non sono idonei al passaggio delle carrozzine, dei passeggini e degli anziani.

MORENO BURELLI
“Il biglietto sì, l’ascensore no”

Un'esperienza negativa che mi è capitata recentemente riguarda il Catello di Miramare. Sono andato a visitarlo assieme alla mia famiglia. Abbiamo pagato il biglietto, siamo entrati e abbiamo visto tranquillamente il piano terra. Al momento di salire al secondo piano, però, ho scoperto che l'ascensore non funzionava. Avrebbero almeno potuto dircelo quando siamo entrati. Invece nessuno ci ha informato e il biglietto l'ho pagato intero.

Qualche problema l'ho avuto anche quando frequentavo la scuola.

Alle elementari per andare in mensa dovevo fare una rampa di scale e utilizzavo lo “scoiattolo”, un montascale mobile su cui si fa salire la carrozzina, che però non è per niente comodo da usare.

Il bagno dei maschi, poi, era del tutto inutilizzabile visto che chi l'aveva progettato aveva pensato bene di mettere il water attaccato al lavandino, senza lasciare spazio. Così usavo quello delle femmine. Alle medie, poi, finché si trattava di andare nell'aula della classe, andava tutto bene, ma se dovevo salire al primo piano, per esempio quando andavamo a veder un film nell'aula video, le cose si complicavano, perché l'ascensore era molto stretto e facevo parecchia fatica a entrarci. Alle superiori, all'istituto “D'Aronco” di Gemona, invece, non ho mai avuto difficoltà.

Se devo citare qualcosa di positivo, mi vengono in mente due esperienze legate al mondo dello spettacolo. Il cinema del centro commerciale “Città Fiera”, a Torreano di Martignacco, è tutto accessibile e posso frequentarlo comodamente.

E se nelle sale più piccole i posti riservati alle persone con disabilità sono un po' troppo vicini allo schermo, in quelle nuove e più grandi sono in una buona posizione.

Nel 2005 sono stato a vedere allo stadio “Friuli” il concerto di Vasco Rossi e anche in quel caso non ho trovato barriere. Sono arrivato senza problemi alla postazione riservata che era collocata su una pedana in legno da cui si vedeva benissimo.


Foto di Matteo Lavazza Seranto