Una tappa che chi studia deve prima o poi affrontare. Fonte di paure, ansie e un miscuglio di emozioni che non si dimenticano. Abbiamo chiesto ad alcuni amici della UILDM di raccontarci come hanno vissuto l'esame di maturità. Ecco cosa ci hanno raccontato

SAMUELE MARCON - 2018/19

La mia notte prima degli esami è stata un vero e proprio susseguirsi di emozioni contrastanti fra di loro: sono passato infatti da sensazioni di ansia e paura, poiché l’esame di maturità viene spesso descritto dai professori come uno scoglio di considerevole difficoltà, ad altre diametralmente opposte di gioia ed adrenalina, in quanto il giorno seguente avrei finalmente compiuto il primo passo verso il traguardo. In tutto ciò che ho appena descritto vi era poi un denominatore comune: l’insonnia!

Per quanto riguarda la prima prova, ho scelto in maniera decisa la tipologia dell’analisi del testo, un estratto tratto dal romanzo di un celebre scrittore italiano, puntando sulle mie abilità di scrittura e di comprensione del testo; sebbene le tracce proposte dal ministero fossero quasi tutte abbastanza fattibili, ho deciso di andare sul sicuro, escludendo la tipologia del testo argomentativo e quella del tema d’attualità, per non rischiare di incorrere in errori grossolani che avrebbero potuto incidere in maniera importante sulla valutazione della prova.

Gli esami in sé erano a mio avviso alla portata di tutti. Gli aspetti più difficili da fronteggiare sono stati l’ansia e lo stress caratteristici di questo periodo, che sono riuscito a superare anche grazie ai miei amici, con cui mi incontravo quasi tutti i giorni per studiare in gruppo.

A livello di prove, lo step più impegnativo era rappresentato senza dubbio dal colloquio orale, caratterizzato a partire da quest’anno da una nuova formula. 

Malgrado questa novità, come ho già accennato, ho trovato l'esame di gran lunga più facile rispetto a come mi era stato descritto dai professori. Probabilmente, essendo questo il primo anno in cui è stata applicata una struttura del tutto inedita, i ragazzi si sono sentiti leggermente agevolati, poiché fungevano da “soggetti sperimentali". 

Non saprei dire con esattezza se il mio esame di maturità è stato più semplice o più difficile rispetto a quelli del passato. È indubbio però che la decisione di abolire la terza prova è stata per noi molto agevolante, in quanto si trattava di un test in meno da affrontare, oltretutto molto impegnativo in quanto interdisciplinare. 

Dell’esame di maturità in sé non modificherei nulla a livello strutturale. 

Ciò che invece cambierei è il modo con cui gli insegnanti lo descrivono: nella maggior parte dei casi, lo fanno sembrare davvero un ostacolo insormontabile, caricando di conseguenza gli studenti di eccessiva ansia e pressione (più di quella che già hanno di per sé). 

Samuele Marcon

MORENO BURELLI - 2006/2007

La notte prima degli esami stranamente ero tranquillo e rilassato e ho dormito tutta la notte. 

Per l'esame orale ho scelto come argomento principale la spiegazione del "Progetto action T4", ovvero lo sterminio dei disabili e dei malati psichiatrici durante il periodo nazista. 

La cosa più difficile dell'esame è stata l'esposizione orale del mio argomento, perché quel giorno in me regnava l'emozione e la paura di sbagliare. 

Se potessi scegliere di cambiare qualcosa dell'esame, sceglierei di togliere qualche prova scritta così da rendere gli esami più veloci. 

Anche se sono passati ben 12 anni, mi capita di ripensare al mio esame di maturità, soprattutto a giugno quando, ogni anno, se ne sente parlare di più. Non mi è mai capitato di sognarlo, ma pensò che rimarrà comunque un passaggio davvero importante perché aiuta molto a crescere e che quei momenti li ricorderò sempre con tanta emozione. 

HERRMAN FANIN - 1997/1998

Le notti prima dei miei esami di maturità sono trascorse bene perché sono riuscito a dormire in tranquillità. 

Inoltre gli esami sono coincisi con i mondiali di calcio nei quali la nazionale italiana fu eliminata nei quarti di finale, dopo i rigori, dalla Francia di Zidane, che poi vinse la coppa davanti al proprio pubblico contro il Brasile di Ronaldo. Così ci si poteva svagare dopo le ore di studio. 

Altra curiosità: il giorno del mio secondo scritto, il 25 giugno, compii 19 anni. 

Il tema di italiano che scelsi fu quello storico perché mi sembrava più facile rispetto al resto. Non ricordo esattamente il titolo, ma si trattava di riassumere cos'era successo nel 20° secolo che stava per terminare e di proiettarsi nel futuro prossimo. Devo ammettere che durante il mio percorso scolastico ho sempre avuto difficoltà nello svolgere i temi, però al termine dell'esame i compagni e i professori, tra cui l'insegnante di sostegno, mi dissero che avevo fatto il miglior tema della mia classe. Il secondo scritto era di organizzazione aziendale, ma non ricordo di cosa scrissi. Di particolarmente difficile durante l'esame non ho trovato niente, a parte la paura di sbagliare o quella di non essermi preparato a sufficienza. Devo segnalare che quello era l'ultimo esame prima della riforma scolastica.

Per l'esame di maturità cercherei di mantenere il più possibile gli insegnanti interni nella commissione. 

Agli esami ogni tanto ci penso e ricordo che qualche giorno dopo mi telefonò il mio compagno di banco Gabriele R. per dirmi che avevamo preso lo stesso voto (che all'epoca era in sessantesimi e non in centesimi come dall'anno dopo) e anche che avevamo preso il diploma. 

Lì ho capito che alla fine ce l’avevo fatta e che un capitolo della mia vita si era chiuso.