Un film che racconta la storia del delfino Winter e non solo

SCHEDA DEL FILM

  • TITOLO ORIGINALE: Dolphin Tale
  • REGIA: Charles Martin Smith
  • INTERPRETI: Morgan Freeman, Ashley Judd, Kris Kristofferson, Harry Connick Jr., Nathan Gamble, Cozi Zuehlsdorff, Frances Sternhagen, Austin Stowell, Ray McKinnon, Kim Ostrenko, Austin Highsmith
  • SCENEGGIATURA e SOGGETTO: Karen Janszen, Noam Dromi
  • FOTOGRAFIA: Karl Walter Lindenlaub
  • MONTAGGIO:Harvey Rosenstock
  • MUSICHE:Mark Isham
  • PRODUZIONE: Alcon Entertainment, Paradise F.X. Corp
  • DURATA: 112 min

La disabilità nel mondo animale. E non solo. Winter è un delfino che a seguito di un incidente (rimane intrappolato in un marchingegno per la cattura dei granchi) perde la coda. Nel mondo animale non avrebbe alcuna possibilità di sopravvivenza, ma viene soccorso da un ragazzo e portato in un Centro specializzato.

Qui comincia il lungo percorso della riabilitazione che lo porterà, grazie ad una protesi, a tornare a nuotare come prima dell'incidente.

La storia è tratta da un episodio realmente accaduto nel 2005. E' un film che si presta a molte letture. A ben vedere non è solo l'animale ad essere privo di coda, ma pure agli umani "manca" qualcosa. Il ragazzino che ha salvato Winter non ha più, da anni, notizie del padre, ad una ragazza è venuta a mancare la madre e c'è un ragazzo rientrato dalla guerra in Iraq privo di una gamba. Sono quindi tutti - in un modo o nell'altro disabili, handicappati - impegnati in un percorso di riabilitazione, chi fisica, chi emotiva, chi esistenziale. C'è un handicap evidente da trauma fisico, come c'è un handicap da trauma non fisico, altrettanto doloroso e difficile da affrontare.

Come il delfino - per istinto - lotta per la sopravvivenza, così gli umani non mollano neppure di fronte a gravi handicap e cercano appigli ai quali aggrapparsi per continuare a lottare.

Pur essendo un film cosiddetto per famiglie, riesce a lanciare messaggi importanti e profondi in maniera efficace.

C'è il rapporto uomo-animale. L'animale che ha bisogno (in questo caso) dell'intervento dell'essere umano, ma pure quest'ultimo che trova nell'animale una ragione di vita. L'animale che trova nell'uomo l'aiuto che gli altri animali non possono dargli e il ragazzo che cerca nell'animale l'attenzione e affetto che altri uomini non sanno dargli.

Una comunicazione d'istinto che aiuterà entrambi. Tematica ora approfondita in quella pratica chiamata Pet Terapy che negli anni si è sempre più sviluppata e che ha trovato sempre maggiori attenzioni nel mondo terapeutico e riabilitativo.

Ma tutto ha un costo. In fatica, in rinunce, in sacrifici, Il delfino grazie alla protesi tornerà a muoversi e vivere serenamente, ma purtroppo lo potrà continuare a fare solo in cattività.

Così il disabile che, grazie agli ausili può muoversi, comunicare ed avere una vita "normale" ma sarà sempre prigioniero di pregiudizi, ignoranza e barriere architettoniche.

E qui emerge un altro aspetto interessante del film, che è la natura umana.

Quell'uomo che non si fa scrupoli a far guerre che tanti disabili e sofferenze crea è lo stesso che è poi capace di trovare soluzioni geniali per migliorare la vita.

Nel film come nella realtà, infatti, è la ricerca militare che fornirà a Winter la resina per la realizzazione della coda artificiale. L'uomo, uno straordinario e contraddittorio animale.