SCHEDA DEL FILM

  • TITOLO ORIGINALE: La vache
  • REGIA: Mohamed Hamidi
  • INTERPRETI: Fatsah Bouyahmed, Lambert Wilson, Jamel Debbouze, Julia Piaton, Hajar Masdouki, Christian Ameri, Fehd Benchemsi
  • SCENEGGIATURA e SOGGETTO: Alain-Michel Blanc, Fatsah Bouyahmed e Mohamed Hamidi
  • FOTOGRAFIA: Elin Kirschfink
  • MONTAGGIO:Marion Monnier
  • MUSICHE:Ibrahim Maalouf
  • SCENOGRAFIA: Amaud Roth
  • ANNO: 2016

A piedi attraverso la Francia in compagnia di una mucca

“In viaggio con Jacqueline” è uno di quei film che si possono definire road movie. È, infatti, un viaggio attraverso la Francia che Fatah - contadino algerino - intraprende a piedi assieme alla sua adorata mucca, la Jacqueline del titolo, per raggiungere Parigi.

Fatah vive in uno sperduto villaggio dell'Algeria con la moglie e due figlie. La loro fonte di sostentamento sono i prodotti dell’orto che vendono al mercato. Fatah ha una sola mucca per la quale stravede. Per lui è la più bella mucca del mondo e da diverso tempo invia in Francia la richiesta di poter iscriversi per farla concorrere al Salone dell'Agricoltura di Parigi. E un bel giorno il postino porta la bella notizia dell’invito a partecipare, ma anche che tutte le spese sono a carico dei partecipanti. Ma Fatah è povero e la spesa è per lui insostenibile. Chiederà ed otterrà l’aiuto del villaggio e con la disapprovazione della moglie, preoccupata per il debito contratto, partirà con la mucca, imbarcandosi per Marsiglia e poi a piedi fino a Parigi.

Il film è chiaramente una favola con il suo classico lieto fine. Fatah rappresenta colui che nei nostri giorni raccoglie quel poco che ha e parte alla ricerca di una vita migliore e di un po’ di fortuna. Ma a differenza della realtà dove paure, indifferenza, ostilità ostacolano tutto, qui Fatah incontra tutte persone gentili, di mentalità aperta e pronta ad aiutarlo.

É un mondo, quello che il regista Mohamed Hamidi ci mostra, dove le difficoltà e differenze (politico, sociali e religiose) ci sono, ma non sono di ostacolo per una pacifica convivenza. Non è il mondo reale, ma quello che tutti o quasi vorremmo vedere. Paradossalmente l’unico che non lo accoglie bene è suo cognato, il fratello della moglie, che vive ed è sposato in Francia. Il rapporto con le donne, la famiglia, la religione (Fatah è musulmano) e l’alcool, che scoprirà durante il viaggio, sono tematiche che il film affronta in maniera leggera e con ironia. Fatah è un uomo adulto, ma che guarda tutto quello che gli accade attorno con gli occhi di un bambino. Il suo rimanere incantato dalla bellezza degli interni di una chiesa o la sorpresa di fronte al numero di un illusionista che fa “scomparire” la sua Jacqueline.

Il film è anche un chiaro omaggio a quel ''La vacca e il prigioniero'' di Henri Verneuil. Qui era Fernandel che con una mucca attraversava a piedi la Germania nazista per cercare di arrivare in Francia in cerca della libertà. Fatah diventerà grazie ai media e agli immancabili social un personaggio famoso ed una sua frase un tormentone. Ma lui non se ne rende neppure conto.

I suoi pensieri e preoccupazioni sono tutti per la mucca e la moglie che, avendolo visto su internet (nel villaggio c’è uno solo che ha il computer e che la tiene informata) baciare una donna, è ora molto arrabbiata. Da segnalare i bellissimi paesaggi che Fatah attraversa e le musiche che accompagnano questo viaggio.

Una menzione d’obbligo va alla veramente bella mucca, una presenza simpaticissima.

Assiste a tutto con la sua proverbiale pacatezza e dà a Fatah coraggio e scurezza. Forse, a ben vedere, è lei che accompagna Fatah, è lei ad accudirlo e proteggerlo. Come nella scena finale del film, che vede Jacqueline seguire la famiglia di Fatah incamminata verso casa.