Dall'ottobre dello scorso anno la UILDM di Udine ha avviato un progetto di arteterapia che si svilupperà fino a giugno.

Gli incontri sono tenuti a titolo volontario da Linda Cudicio, artista e animatrice-socio educativa, con vari anni di esperienza e, presto, arteterapeuta a tutti gli effetti. I soci che partecipano all'iniziativa sono in tutto sei: tre si ritrovano una volta alla settimana a Casa UILDM, mentre gli altri vengono seguiti con sedute individuali a domicilio.
“L'arteterapia - spiega Cudicio - è una tecnica innovativa che utilizza le attività artistico-visive come mezzo: preventivo, terapeutico, riabilitativo e di mantenimento del benessere psico-fisico, intervenendo su diverse fasce di età e tipologie di utenza.
Questa tecnica offre l’impareggiabile esperienza di sperimentare e di scoprirsi come individui incoraggiando un’immagine positiva di sé attraverso il 'fare'. È un percorso "riabilitativo" giovane in Italia, che ha bisogno di farsi conoscere bene, perché ha e dà tantissime risorse, mentre all’estero è già molto diffusa”.
L'idea di proporre questo progetto proprio alla UILDM, racconta, è nata perché ha sempre lavorato con il mondo della disabilità: “Non ero nemmeno maggiorenne che passavo le estati in colonia a Lignano a fare l'assistente di ragazzi poco più piccoli di me che avevano qualche difficoltà e mi è sempre piaciuto tantissimo!”.
La formazione a metà tra il sociale e l'artistico l'ha spesso spinta a interrogarsi sulla possibilità di coniugare i due aspetti. “Ho un diploma di maestra elementare, una laurea al Dams, Discipline delle arti della musica e dello spettacolo, in cinema e fotografia. Ho fatto un corso per operatore socio sanitario e lavoro con la Croce rossa. Io stessa dipingo, illustro e lavoro il vetro proponendo varie mostre dei miei lavori”.
Quando ha trovato la specializzazione triennale in arteterapia, ha capito che era la risposta. “Questa esperienza di volontariato - precisa - sarà oggetto di studio approfondito per la mia tesi conclusiva dedicata proprio a questo percorso. Tengo un diario di bordo di ogni incontro e sto predisponendo una cartella arteterapeutica per ogni partecipante.”
Linda ha conosciuto la UILDM tramite Milena Favalessa di Pordenone, responsabile regionale dell'associazione Parent Project, che sostiene le famiglie con figli affetti da distrofia muscolare di Duchenne.
“Proposto il progetto a loro, mi hanno indicato il nome di Daniela Campigotto, presidente della UILDM di Udine che mi ha subito aperto le porte. Per me ora è come stare in famiglia, ho trovato nuovi amici!”.
L'arteterapia lavora su quello che c'è di buono e positivo in ogni persona, non sul disturbo o su quello che manca.
Ogni partecipante, dopo un periodo di osservazione e di proposta di una serie di materiali artistici, in base alle proprie inclinazioni e capacità, ha fatto una scelta espressiva che lo rappresenta e con cui farà un percorso personale di ricerca, unico, per parlare di sé.

C'è chi ha scelto l'espressione grafica, chi la materialità della stoffa, chi sperimenta tecniche miste, senza contare i vantaggi che danno le nuove tecnologie e l'uso quindi della computer grafica per chi ha una manualità molto compromessa (collage fotografici, colorazioni e light painting).
Alla fine di questo percorso, nell'estate 2016, con i lavori che gli associati e le loro famiglie riter-ranno più significativi, sarà allestita anche una mostra.

 

Abbiamo chiesto ai soci che partecipano al percorso di arteterapia di raccontarci qual è il loro progetto, quali sono le loro impressioni ed emozioni.


Moreno

Moreno racconta che, appena ricevuta la proposta a partecipare, è stato subito incuriosito, essendo da sempre un amante ed appassionato di disegno, arte e fumetti.
“L'attività mi tiene impegnato con costanza e mi dà degli obiettivi che mi spronano ogni giorno o quasi a dedicarmici e quindi a stare attivo.
Non avevo aspettative, continuo a partecipare per tenere allenata e migliorare la mia manualità e coltivare così la mia passione. Era da anni che non disegnavo più, quindi sono molto felice di questo”.


Alberto e Daniela

“All'inizio - spiega invece Alberto - anche se avevo intuito di cosa potesse trattare, ero curioso di capire meglio. Non sono mai stato portato per l'arte e il disegno, ma poi, pensando alla mia passione per computer e la tecnologia, sono riuscito a trovare la “forma d'arte” che mi piace e soddisfa”.
Nel suo progetto di arteterapia utilizza il light painting, ossia "Disegnare con la luce", una tecnica fotografica che permette di "dipingere" un soggetto controllando una sorgente luminosa, proprio come se essa fosse un pennello.
Una torcia, un cellulare, un accendino, un laser, qualsiasi cosa emetta luce può diventare il nostro "pennello". Si utilizza in un luogo con scarsa o in totale assenza di luce, lasciando aperto l'otturatore della fotocamera con una lunga esposizione ed illuminando il soggetto con una o più sorgenti luminose "mobili".
Può essere usata per creare scene luminose, parole o segni e permette di ottenere foto assolutamente uniche e creative.
“Non ho avuto subito le idee molto chiare - confessa - su cosa realizzare con il light painting. Poi, man mano che riflettevo e osservavo le altre foto nel web, ho capito cosa volevo e quale sarebbe stato il risultato finale. C'è ancora un po' da fare per ultimarlo, ma è anche grazie alle persone che mi stanno aiutando a realizzarlo che sono a buon punto. È a loro e agli amici che mi stanno vicino, che dedicherò l'opera finale”.


Linda e Diego

Diego dichiara di essere una persona curiosa e desiderosa di sperimentare. “Quando mi è stato proposto di partecipare al corso, non sapevo cosa fare e, consapevole della mia scarsa immaginazione e fantasia, temevo di non farcela. Poi grazie all'aiuto di Linda il progetto è partito”.
Il suo progetto di arteterapia consiste in una sorta di viaggio, realizzato tramite una serie di fotomontaggi. “Non è solo il classico viaggio fisico in luoghi desiderati, ma anche un viaggio emozionale, nell'arte, nella fantasia e nel nonsense, in cui sia possibile ribaltare la prospettiva. Divertirsi a scombussolare le regole dello spazio-tempo”.
Il percorso va un po' a rilento perché, confessa, spesso l'idea c'è, ma l'attuazione richiede tempo e non sempre è realizzabile. “Essendo un perfezionista - conclude - non sarò mai pienamente soddisfatto, ma alla fine penso che quello che sto facendo è un buon lavoro e, cosa importante, mi sto divertendo”.


Mariangela

Mariangela ha sempre svolto attività manuali, dedicandosi, in particolare, alla ceramica, ma da alcuni anni anche la “forza” delle braccia è venuta meno e non ha più toccato uno strumento. “La proposta di Linda - racconta - mi ha offerto l’occasione per superare le mie paure e cimentarmi nuovamente con un’attività artistica di cui sentivo la mancanza.”
Per il suo progetto ha scelto di lavorare su quattro tavole di multistrato dipinte con acrilici, sabbie e inserti di rame, ma l'attività va a rilento sia per motivi oggettivi, una serie di malesseri suoi e di Linda, sia per una certa resistenza ad affrontare autonomamente l’attività.
“Al primo incontro - afferma - il progettare, l’immaginare i colori e riempirmene gli occhi mi dava la percezione di una metamorfosi: mi sentivo di nuovo viva e più giovane.
Negli occhi il colore, nel corpo il calore e sul viso un sorriso. In seguito, dipingendo i quattro pannelli, mi sono accorta che non avevo sufficiente forza per spennellare l’intera superficie, che avevo sopravvalutato le mie capacità o sottovalutato le difficoltà: il pennello mi scappava di mano e avevo il costante bisogno che qualcuno mi avvicinasse la tavoletta, mi intingesse il pennello, mi scaldasse la mano che, sempre più fredda, non riusciva a stringere il pennello”.
Con l’aiuto di una terapista dell’Ufficio H ha cercato un ausilio che, però, non ha risolto del tutto il problema. “L’uso delle sabbie non ha sortito gli effetti che speravo. Al momento i risultati sono deludenti, ma non l’attività in sé: sto già pensando a come porvi rimedio.
D’altra parte, questa attività, come ogni situazione della nostra vita, mette alla prova la nostra capacità di problem solving. Ogni volta penso di mollare ma poi accetto la sfida”.


Martina

A Martina l'arteterapia è sembrata fin da subito un'iniziativa stimolante. Realizza delle "sue" creazioni personali per il decoro della casa ed è soddisfatta sia di come sta andando il progetto sia dei suoi risultati: “Spesso e volentieri porto anche i compiti a casa. Inoltre sono molto contenta di come stanno andando i nostri incontri anche a livello personale.
Mi diverto, sto in buona compagnia e ogni volta che ci incontriamo il tempo vola e non basta mai”.
All'incontro di presentazione del percorso di arteterapia a Casa UILDM, le emozioni che ha provato Daniela sono state di curiosità e di interesse a riprendere a divertirsi con del materiale che non usava da diverso tempo o che non ha mai usato per rappresentare delle emozioni suscitate dalla realtà che la circonda o da emozioni più personali e intime. “Per adesso non riesco ad ave-re una visione progettuale del percorso, ma lo vivo come un processo a tappe, dove misurarmi con materiale artistico diverso per cercare di veicolare delle sensazioni che possono essere visibili agli occhi degli altri”.
La sua attività procede bene e con il giusto entusiasmo, determinato anche dallo stimolo del gruppo. “Sono abbastanza soddisfatta dei risultati, anche se - conclude sorridendo - c'è ancora parecchio lavoro da fare... e allora rimbocchiamoci le maniche!”