Dalle origini al primo dopoguerra.

Istituito nel 1909, il Giro d’Italia è una delle tre corse a tappe più importanti insieme al Tour de France e alla Vuelta a España. Il Giro nasce ufficiosamente con il telegramma del 5 agosto 1908 con cui il giornalista Morgagni informa il direttore della Gazzetta dello Sport, Costamagna, che il Corriere della Sera aveva intenzione di promuovere una gara a tappe, imitando il Tour. 

Anche la Gazzetta voleva promuovere un giro, visto il seguito del ciclismo, e riuscì ad anticipare tutti organizzando rapidamente il primo Giro nel 1909. La classifica fu stilata a punti e il primo vincitore fu Luigi Ganna. 

Al quarto Giro, quello del 1912, venne stilata la sola classifica per squadre. Nel 1913 si tornò alla classifica individuale a punti e nel 1914 fu introdotta la classifica generale a tempo, tuttora in vigore, che vinse Alfonso Calzolari. 

Dal 1915 al 1918 la corsa dovette fermarsi per la Prima Guerra Mondiale, ma fu anche il momento di grandi personaggi come Girardengo, che vinse il Giro per ben due volte, e Binda, che si aggiudicherà quattro edizioni in cinque anni.  

Gli organizzatori della gara del 1930 gli chiesero di non partecipare, perché altrimenti la corsa avrebbe perso di ogni interesse. Nel 1933 Binda vinse per la quinta volta il Giro. 

Nel 1931 venne adottata come divisa del vincitore la "maglia rosa", la prima fu assegnata a Learco Guerra. Nel 1933 fu invece introdotto il Gran Premio della Montagna (GPM), con quattro salite che assegnavano punti; nella stessa edizione si ebbe anche la prima tappa a cronometro.  

A conquistare la prima classifica GPM, come anche la prima cronometro, fu Binda. 

Dal 1936 fino allo scoppio della seconda guerra mondiale il Giro fu vinto per due volte da Bartali. Nel 1940, a soli vent’anni, il Giro venne vinto da un semisconosciuto Coppi, tuttora il più giovane vincitore della "Corsa rosa". L’entrata in guerra dell'Italia nel 1941 portò all'interruzione della corsa per cinque anni. Nel 1942 e 1943 vennero organizzati due competizioni “di guerra", vinte da Bartali e Servadei, che non rientrano nel computo delle edizioni del Giro d'Italia. 

Nel 1946 il Giro riprese con la vittoria di Bartali davanti a Coppi dopo un lungo duello.  

Le edizioni seguenti andarono a Coppi, Magni e ancora a Coppi. Proprio al Giro 1949 il "Campionissimo" dimostrò la sua forza andando a vincere dopo 192 chilometri di fuga solitaria. Nel 1950 lo svizzero Koblet divenne il primo corridore straniero a vincere il Giro d'Italia. Dalla seconda metà degli anni Cinquanta cominciarono ad intensificarsi i risultati ottenuti dai ciclisti stranieri tra cui spiccano le vittorie del lussemburghese Gaul e del francese Anquetil, cui si intervallarono quelle degli italiani Nencini, Baldini, Pambianco e Balmamion. Nel 1966 venne introdotta la classifica a punti, contraddistinta da una maglia rossa e dal 1970 dalla tradizionale maglia ciclamino. Un'invenzione dei giornalisti dell'epoca fu la "maglia nera", premio assegnato all'ultimo classificato. 

Fine prima parte