Le storie e i volti del nostro territorio raccontati attraverso dieci anni di interviste ai protagonisti della vita regionale

Alzare lo sguardo e far conoscere la realtà che ci circonda. È una delle idee condivise fin dall'inizio dalla redazione di WheelDM.

Sono nate così le interviste che in ogni numero ci mettono a contatto con un protagonista della vita regionale.

Prima solo sulla carta e poi anche con le dirette video “A distanza minima”.

Dieci anni di incontri che formano un caleidoscopio di storie, passioni, competenze e idee che abbiamo pensato di riproporvi scegliendo qualche passaggio di ogni intervista.

È anche il nostro modo per ringraziare tutti gli intervistati della disponibilità e della cordialità che hanno dimostrato nei nostri confronti, con un pensiero in particolare per due di loro, Mario Nadalutti e Bruno Pizzul, che purtroppo ci hanno lasciati.

Le interviste integrali si trovano sul sito di WheelDM e su quello della UILDM di Udine.

I video sul canale YouTube @UildmUDINE.

Mattia Campo Dall'Orto

Quando l'arte è davvero di tutti


Street artist

La street art può avere anche una funzione terapeutica, aiutare una persona in difficoltà?

I graffiti, la street art sono delle attività svolte molto spesso da adolescenti. Se pensiamo alle difficoltà che vivono gli adolescenti, questo è uno strumento per esprimersi, quindi sicuramente in questo senso è terapeutico. Se poi pensiamo a situazioni di reale rischio, di disagio, di difficoltà più intensa, la street art può essere uno strumento aggiuntivo. Ci sono poi i laboratori che fanno parte di una progettazione partecipata. In questo caso non possiamo certo parlare di terapia, però in quartieri che hanno particolari criticità il rapporto che si instaura tra artista e beneficiari, che siano bambini, studenti delle scuole o profughi, come quelli che ho conosciuto in Iraq, può generare benessere, può far star meglio le persone. Quindi io spero che questo genere d'arte aiuti le persone a sentirsi meno sole e più parte di una collettività.

n. 21, settembre 2022

Andrea Maroè

Agli alberi dobbiamo la vita


Arboricoltore

Gli alberi comunicano tra di loro?

Non solo comunicano con gli altri alberi, ma anche con altre piante più piccole. Sulla loro chioma ci sono tantissime altre specie vegetali e c'è della terra che l'albero produce sui suoi rami. Ci sono rami di due metri di diametro che hanno anche mezzo metro di terra ed è completamente diversa dalla terra che troviamo al suolo. E in quella terra crescono delle piante che al suolo non crescono. Ci sono dei microrganismi, degli insetti e degli animali che abitano solo sui grandi alberi.

Cosa sono per lei gli alberi?

Sono il papà e la mamma, sono i nostri progenitori e sono sicuramente dei grandissimi insegnanti. Mi avete chiesto se ho avuto dei maestri, ecco, in questi 40 anni di vita che gli ho dedicato, gli alberi sono stati e continuano ad essere i miei più grandi maestri.

n. 22, dicembre 2022

Giuliano Marini

Al servizio delle api


Apicoltore

È utile piantare fiori nei dintorni di un alveare?

Certo, sono piccole cose che possiamo fare nel nostro giardino, nel nostro orto, sul balcone. Ci sono fiori nettariferi e altri che sono polliniferi, cioè fanno polline e nettare e sono utili alle api, come la calendula o il girasole. E poi un giardino o un orto con dei fiori è anche più bello da vedere. Se tra una fila e l'altra di pomodori e insalata, metto del tagete, che è una pianta piccola, o dell'iperico, l'orto prende colore e ci arrivano le api.

Qual è la cosa più importante che ha imparato dalle api?

La pazienza. Per stare con le api devi essere paziente. Io mi avvicino agli alveari senza grandi protezioni, solo con la maschera, senza guanti e in pantaloncini corti. Ho imparato ad avere un contatto fisico con le api, a mani nude. Se fai così, non puoi essere ansioso, devi essere tranquillo e rispettare i loro tempi.

n. 23, maggio 2023

Katia Gavagnin

Alla ricerca del tempo perduto


Archeologa

Per chi lavora? Solo università ed enti culturali o anche realtà private?

Faccio entrambe le cose. Collaboro con l'università di Udine, per la quale lavoro nel Kurdistan iracheno, e anche con l'università di Venezia, con la quale prima lavoravo in Siria e adesso in Georgia. Ho lavorato anche per delle ditte private, come ad esempio in Arabia Saudita, dove sono andata per conto di un'azienda francese. Diciamo che in questo secondo caso è più un lavoro tecnico, mentre per l'università è più un lavoro di ricerca, che è quello che mi piace di più fare.

Che cosa si prova a fare scoperte così faticose che raccontano civiltà tanto antiche?

Mi ricordo quando in Kurdistan siamo entrati per prima volta in una tomba di due metri per quattro con una volta in mattoni cotti: è stata un'emozione fantastica. Simile immagino a quella che ha provato chi è entrato per la prima volta nelle tombe delle piramidi in Egitto. E poi la cosa interessante è cercare di capire il significato di quello che hai scoperto. Anche questo è il bello del mio lavoro.

n. 24, agosto 2023

Nicola Pecile

Un friulano alle porte dello spazio


Pilota della Virgin Galactic

Il “turismo spaziale” sarà mai accessibile a tutti o resterà un turismo di nicchia?

Penso che siamo un po' come negli anni Venti e Trenta del secolo scorso, quando i primi passeggeri prendevano un aereo commerciale per andare dall'Europa all'America. All'epoca pagavano una cifra esorbitante. Però se non ci fosse stato chi allora investiva in questo tipo di tecnologia probabilmente non avremmo l'aviazione commerciale di oggi. Allo stesso modo oggi i costi dei voli suborbitali sono alti, ma in futuro potrebbero scendere molto.

A un giovane che si avvicina al mondo del volo che consigli darebbe?

Di studiare tanto e di non arrendersi alle prime difficoltà, né professionalmente né nella vita. Di continuare a imparare dai propri errori e di perseverare nell'obiettivo che ci si è dati. Io ci ho messo cinquant'anni per volare nello spazio e quando ne avevo 35 sono stato escluso dalla selezione per gli astronauti europei. Quando si chiude una porta, non vuol dire che si chiudano tutte, e non puoi mai sapere quello che ti capiterà. L'invito è di restare sempre positivi, sapendo che, tuttavia, la fortuna bisogna anche un po' costruirsela con passione e perseveranza.

n. 25, dicembre 2023

Chiara Fiorino

Ci serve uno sviluppo sostenibile


Funzionaria ONU

Come si diventa funzionari di un’agenzia ONU a neanche 30 anni?

Sicuramente con tanti sacrifici e impegnandosi tanto. Dopo di che proprio per la mia passione per i temi ambientali, avevo un obiettivo ben preciso da raggiungere. Così, quando ho voluto fare l'Erasmus, mi sono prima informata su quali università in giro per l'Europa offrissero dei corsi al riguardo. La Finlandia offre tanti corsi di studio sul cambiamento climatico e quindi ho scelto di andare lì per il master. Poi ho fatto domanda per il tirocinio alle Nazioni Unite e, dopo quasi tre anni di gavetta, ho passato i colloqui per diventare funzionario a tutti gli effetti.

Che cos'è che l’ha spinta a interessarsi dell'ambiente fin da giovane?

I miei genitori mi hanno sempre insegnato a rispettare l'ambiente. Da piccolina al mare mi portavano da un'associazione che si occupava di ripulire le spiagge dalla spazzatura. Poi, nel 2015, ero al liceo quando è stato firmato l’accordo di Parigi, con cui tutti i Paesi del mondo hanno accettato di impegnarsi contro il cambiamento climatico. Mi ricordo che la mia professoressa ce ne aveva parlato. Ho iniziato un po' ad informarmi e ho capito di voler fare anch’io la mia parte.

n. 26, aprile 2024

Mara Navarria

La regina di spade


Campionessa di scherma

Come si prepara una competizione come un’Olimpiade dove si gioca tutto in pochi giorni?

Noi atleti attendiamo le Olimpiadi come l'appuntamento più importante della nostra vita. Tra una e l'altra, in mezzo ci sono i Mondiali, gli Europei, i campionati italiani, che ci aiutano a prepararci. Servono comunque anni per prepararsi in maniera perfetta e riuscire a disputare al momento giusto gli assalti migliori possibili.

Il suo rapporto con le sconfitte. Ce n'è stata una che le è stata paradossalmente di aiuto?

Forse la mia sconfitta più grande è non essere riuscita a qualificarmi per Rio 2016. Pochi mesi dopo è venuto a mancare il mio maestro Oleg Pouzanov. L'insieme di queste cose mi ha fatto passare un periodo veramente tosto. Però dopo quel periodo forse ho fatto la mia migliore scherma, ho vinto il Mondiale e mi sono laureata alla specialistica. Forse i periodi brutti ti aiutano a capire meglio quali sono quelli belli, ad apprezzarli quando arrivano, perché c'è il rischio di non accorgersi mai quando si è veramente felici.

n. 27, agosto 2024

Andrea Segrè

Lo spreco? Comincia dal carrello


Docente universitario

Cosa può fare una famiglia per sprecare meno?

Come ho già accennato si può sprecare di meno cercando di fare una spesa oculata, decidendo più o meno un menù della settimana, in modo da prendere gli ingredienti principali che poi si sa che possono essere usati, anziché riempire il carrello di offerte senza avere cognizione di come e quanto si mangerà. La grande distribuzione è strutturata in modo da farci acquistare il più possibile e le merci nei supermercati ci vengono proposte in base a una precisa architettura dello scaffale, a una vera e propria scienza che decide, per esempio, perché la frutta e la verdura stanno all'inizio, perché il sale non lo trovi mai, perché la pasta è a una certa altezza o perché l'acqua minerale è alla fine degli scaffali. E quindi, quando andiamo al supermercato, dobbiamo essere molto decisi. Il mio ragionamento non è contro la grande distribuzione, sono lì per vendere, siamo noi che dobbiamo essere consapevoli e decidere di usare al meglio il nostro portafoglio che non sempre è così pieno.

n. 28, dicembre 2024

Giada Messetti

Sulle orme di Padre Brollo


Giornalista esperta di Cina

Qual è l'errore più comune che da occidentali facciamo quando ci relazioniamo con i cinesi?

Nei confronti della Cina facciamo un grandissimo errore: pensiamo di sapere delle cose sulla Cina e facciamo fatica a sganciarci dalle idee che abbiamo. Però in realtà noi della Cina sappiamo veramente pochissimo. Penso che sia una cosa che va a nostro svantaggio, perché sono profondamente convinta che ormai quello che decide Xi Jinping e quello che decide il presidente degli Stati Uniti d'America, se non sono pari, poco ci manca, a livello di conseguenze sulla vita di tutto il resto del mondo. Perché la Cina è la seconda potenza mondiale, ha un peso fortissimo. Purtroppo la Cina è complessa, è faticosa e ti mette davanti a un mondo che è molto diverso dal nostro, quindi bisogna avere un po' di umiltà. Il che poi non significa essere d'accordo con quello che pensano e dicono i cinesi, ma significa capire qual è il punto di vista cinese sulle cose per mettersi veramente in ascolto dell'altro.

n. 29, maggio 2025