È fatto di carne ed ossa come tutti gli altri, mi dicevo prima di quella partita. Sbagliavo". Questa è la definizione dell'ex difensore Tarcisio Burgnich, che nulla poté di fronte allo stacco imperioso di Pelè nella finale dei Mondiali di Messico '70, e rende benissimo l'idea della sua grandezza.

Edson Arantes do Nascimento nasce a Tres Coracoes, nel Minas Gerais, il 23 ottobre 1940. Fin da bambino è innamorato del calcio ma il suo pallone sono degli stracci, ai tempi della scuola gli viene affidato il soprannome di Pelè per la pronuncia sbagliata del nome del portiere brasiliano Bilè. Debutta con la maglia del Santos il 7 settembre 1956 in amichevole segnando subito un gol e a soli 16 anni diventa il capocannoniere del Campionato Paulista.

Nel 1958 è già titolare della nazionale ai Mondiali di Svezia diventando il più giovane giocatore ad aver partecipato ad una gara di Coppa del mondo e il più giovane marcatore. Con i suoi gol, due anche in finale contro i padroni di casa, porta il Brasile alla conquista della coppa.

Un successo che replicherà in Cile nel 1962 e in Messico nel 1970, a spese dell’Italia (è ancora l'unico calciatore ad aver vinto tre Mondiali).

Per la Fifa le reti realizzate da Pelè sono 1.281 in 1.363 incontri, di cui 761 in 821 gare ufficiali.

Pelè rimase a giocare in Brasile per vent’anni principalmente per volontà della dittatura dell’epoca, che lo riteneva un patrimonio nazionale. Quando gli fu concesso di espatriare andò negli Stati Uniti per lanciare il calcio nordamericano con i New York Cosmos, squadra nella quale concluse la sua carriera nel 1977. La sua popolarità ne guadagnò immensamente e divenne globale.

Campione assoluto e vera e propria icona dello sport, Pelè è stato molto di più di un calciatore, anche per la sua attenzione al sociale che lo ha visto impegnato nella lotta alla tossicodipendenza giovanile, all’inquinamento e alla violenza sessuale.

Dopo il ritiro, ha alternato la carriera di ambasciatore del calcio e del rispetto dei diritti umani a quella di cantante e attore.

Recita in diversi film, il più famoso dei quali è sicuramente “Fuga per la vittoria” (1981), ambientato negli anni della Seconda Guerra Mondiale e diretto da John Huston: mitica la sua rovesciata nella partita tra gli ufficiali dell'aviazione tedesca e i militari alleati detenuti.

Pare che, durante le riprese, con un tiro di “prova” Pelè ruppe, senza volerlo, un dito della mano a Stallone, che aveva il ruolo di portiere.

Gente mia, per l'amore di Dio, ora che tutti mi state ascoltando, faccio un appello speciale a tutti: aiutate i bambini poveri, aiutate gli abbandonati. È il mio unico desiderio in questo giorno speciale per me.

Dichiarazione di Pelè, portato in trionfo allo stadio Maracanà dopo il suo millesimo gol il 19 novembre 1969

Per saperne di più su Pelè andate su Wikipedia o recuperate il film Pelé (Pelé: Birth of a Legend), del 2016 disponibile su Amazon Prime Video o il documentario Pelè: il re del calcio del 2021 disponibile su Netflix.