Se il coronavirus ci chiude in casa, possiamo sempre muoverci nel tempo. Basta andare con il pensiero a un viaggio che ha lasciato il segno nella nostra memoria, come hanno fatto tre amici di WheelDM


Senza bagagli
Vorrei essere viandante.
Viaggiatrice dell’universo.
Passeggera su un’astronave aliena,
marinaio o cavaliere.
Un passo dopo l’altro
un giorno dopo l’altro
imparerò a non avere bagagli.

Maurizia Totis

SILVIA DE PIERO

Con amici e i miei sono stata alcuni anni fa tre giorni a Parigi.

Siamo partiti dall’aeroporto di Venezia e atterrati nel grande Charles de Gaulle. A Venezia mi hanno fatto sedere su una sedia a misura di corridoio per potermi sistemare nel posto sull'aereo, dove sono salita con un elevatore. Arrivati a Parigi siamo entrati direttamente in aeroporto e ho ripreso la mia sedia. Poi abbiamo noleggiato una macchina per poterci spostare.

L’albergo, vicino al centro e con la camera al pian terreno, aveva una inaccessibilità nel bagno, ma la forza delle braccia ha salvato la situazione.

La camera era abbastanza spaziosa e con un letto non troppo basso, come serve a me.

La città mi si è subito presentata grande più di quanto avevo immaginato. La grandezza dei viali è stata evidente, ma anche la velocità con cui i francesi circolano in città: in alcuni momenti sembrava di essere su una giostra. Muoversi a piedi invece è stato piacevole a partire dai famosi Champs-Elysées.

Perdersi fra palazzi, fontane e giardini è stato molto facile e ho assaporato l’aria primaverile parigina.

Saliti sulla torre Eiffel, lo spettacolo è stato a 360 gradi e vedere il panorama è stato impressionante, i giardini di fronte alla torre erano bellissimi.

Ho potuto anche alzarmi, tenuta da mio fratello, e le vertigini hanno fatto capolino per un momento.

È stato poi il turno del Louvre con la sua piramide di vetro. Entrare è facile, a fianco di una elegante ed ampia scala elicoidale c’è un ascensore interrato che emerge al bisogno.


Silvia a Parigi

All’interno la difficoltà è stata scegliere cosa guardare e ci sarei rimasta molto di più. È uno spettacolo meraviglioso: i suoi ambienti sono immensi e riccamente decorati. Davanti alla Gioconda di Leonardo, molto piccola e molto bella vista dal vero, ho dovuto fare un passaggio breve e da lontano, a causa sovraffollamento.

il suo sorriso ti cattura da qualsiasi distanza. Quindi abbiamo visto la sezione egizia e altre opere d’arte. Il giorno seguente è toccato a Notre Dame, vertiginosa, e alla Senna. Da basso ho visto anche il Sacrè Coeur, purtroppo senza poter andare nella piazza di Montmartre con gli artisti.

Una sera siamo andati a mangiare un piatto tipico, la “raclette”, il formaggio fuso con le patate. Qui e là, durante il giorno, ci siamo nutriti di crepes, con qualche incursione nei bistrò, pieni di tavolini e un poco angusti. Prima di riprendere l’aereo siamo andati anche alla Defense dove ci sono palazzi in quantità e la Grande Arche. È stata una visita carica di emozioni fino alla fine. Anche perché al rientro allo scalo della Malpensa non stavano caricando la carrozzina sull’aereo per Venezia. Per fortuna è intervenuta un'addetta che ci ha assistito e tutto è andato per il meglio.

MORENO BURELLI

Uno dei viaggi più belli che ho fatto è stato in Spagna nel 2004, quando avevo 16 anni. Per raccontarvelo, ho ripescato da una macchina del tempo quello che avevo scritto all'epoca al mio rientro in Friuli.

Ho sempre desiderato andare in Spagna, perché è un bel posto (punto e basta)! Quest’anno finalmente la cosa è andata in porto. L’undici luglio io, mia madre, mio padre e la sorellina Azzurra (la belva di casa) siamo partiti. In due ore con l’aereo (e senza precipitarsi…) siamo arrivati a Malaga e da qui col taxi a Torre Molinos, ridente, amena, simpatica ecc. ecc., località balneare. Ero emozionatissimo, c’era un buon profumo di mare ed una speciale brezza che trasportava magnifici effluvi di pesce grigliato. Cosa desiderare di più? In effetti, dopo la presa di possesso della stanza d’albergo, il giretto esplorativo serale sul lungomare mi ha chiarito che qualcosa in più si poteva desiderare. Vi dico che erano tutte abbronzate, vi dico che indossavano splendidi costumi della serie ti vedo - non ti vedo, vi dico che tanta abbondanza mi ha stordito, non vi dico altro (per risparmiarvi sofferenze…).

Ma a parte questo (… e queste) e a parte il pesce grigliato, devo dire che le escursioni nell’entroterra con le sue montagne rosse simili al Gran Canyon, con i suoi ulivi e girasoli a perdita d’occhio e con i suoi piccoli paesi di case bianche immersi in un silenzio d’altri tempi, mi hanno lasciato sensazioni forti mai provate prima. Non potevamo sottrarci ad una turistica visita all’arena dei tori, e non ci siamo sottratti. La plaza di Ronda pare sia la più antica di Spagna, e va bene; comprende un museo in cui sono esposti sgargianti abiti da toreador e discutibili trofei (teste di toro impagliate non consenzienti) per la delizia dei fanatici delle corride e di quant’altri.

Il resto del tempo è trascorso tra l’albergo e la spiaggia. Riguardo al sottoscritto, oltre al bellissimo ricordo del viaggio, rimane il rammarico di non possedere un terzo occhio, né l’utilissima mobilità visiva dei camaleonti. In conseguenza a tali carenze le perdite (ragazze non schedate visivamente) sono state innumerevoli. 


Moreno e la sua famiglia in Spagna

DIEGO BADOLO

Con la UILDM in Sardegna. 

Anni ’80. La UILDM di Udine organizza una vacanza in Sardegna. Sarebbe stato per me la prima volta di molte cose. Un viaggio e una vacanza indimenticabili. Era la prima volta, da quando ero in carrozzina, che facevo una vacanza lontano dalla mia famiglia; la prima volta su un traghetto; la prima volta che visitavo la Sardegna e la prima volta che, con l’aiuto degli obiettori, facevo il bagno in mare, galleggiavo nelle sue salate acque. La traversata in traghetto la feci tutta sul ponte affascinato e allo stesso tempo impaurito dall’immensità del mare. Arrivati nel Golfo degli Aranci e scesi dal traghetto, c’era ancora un po’ di strada da fare per arrivare a Platamona, la nostra meta.  

Siamo nel Golfo dell’Asinara.

Qui, la UILDM di Sassari ha una casetta vacanza accessibile ed attrezzata in riva al mare. Si, avete letto bene, in riva al mare.

Uscivamo di casa ed avevamo di fronte il mare, andavamo a letto e ci addormentavamo al suono delle onde. La mattina invece a svegliarci erano i trattori e i macchinari che sistemavano la spiaggia. Meno romantici delle onde, ma come sveglia assai efficaci. La cosa bella di questa vacanza è che non ci siamo limitati alla Sardegna “turistica” del mare, sole e spiaggia, ma quotidianamente facevamo escursioni nei paesini e borghi limitrofi. Incontrando ovunque persone, di poche parole, ma gentili.

Ogni mattina una capatina a Porto Torres per la spesa e poi in giro per una Sardegna sconosciuta, selvaggia, ancora incontaminata. Fermarsi ad ammirare piccole e deserte spiaggette e poi loro, i misteriosi, affascinanti nuraghe. Ed immaginare la vita a quei tempi. Abbiamo, naturalmente, visitato più volte la città di Sassari: le chiese, i monumenti e luoghi storici.

Fui anche coinvolto, come modello, da un fotografo sardo, per alcune foto per un progetto sulle barriere architettoniche.

Non posso concludere il ricordo di questa fantastica vacanza senza citare la cena che facemmo prima di ripartire per tornare a casa. Di fronte alla casa vacanza c’è un ristorante e il titolare ci invitò a cena. Dopo alcune portate ero pasciuto e soddisfatto delle pietanze gustate. Ma presto capii che quelle erano “solo”… gli antipasti! La cena, vera e propria, doveva ancora iniziare … La traversata di ritorno la facemmo durante la notte e dormimmo in cabina. Alle prime luci dell’alba arrivammo in continente.

La splendida Sardegna era alle nostre spalle, ormai lontana. Salimmo in pulmino: destinazione Friuli. Parlerò a lungo di questa vacanza a famigliari, parenti ed amici. Del viaggio, dei bellissimi luoghi visitati, delle persone incontrate. E di una lunga ed abbondante… cena!


Sardegna: davanti alla cattedrale di San Nicola a Sassari