La maturità di quest'anno è stata un po' strana, ma anche la mia non scherza. A partire dal fatto che l'ho affrontata con due femori rotti.

I maturandi quest'anno a causa del lockdown hanno vissuto una maturità davvero strana. Perché gli ultimi tre mesi di scuola li hanno fatti a casa.

A me è successa una cosa molto simile. Nel senso che anche io ho vissuto una maturità non ordinaria, non nell'esame, ma nel percorso con cui sono arrivato alla maturità.

Il punto è che la mia maturità è coincisa con la rottura dei miei femori. Il 27 aprile del 2019, a causa di una frenata brusca in macchina, mi sono rotto entrambi i femori. Subito ho pensato: “Ecco, adesso sono morto. Addio maturità, addio tutto”. Invece devo dire che è stata anche un po' una rinascita, una rinascita della mia personalità e del mio essere e anche un mio affermarmi di più e meglio, con idee personali.

Sono passato da un momento all'altro da una situazione in cui il mio problema era “ok devo studiare seriamente”, a ritrovarmi in ospedale con delle placche nelle gambe e dire: “E adesso cosa faccio?”.

Mi sono ritrovato a studiare da solo. Ok, i miei compagni mi davano gli appunti senza problemi, ma io ero spiazzato.

Insomma era una situazione un po' simile a quella che il mondo ha vissuto quest'anno e che, diciamocelo, è stata molto pesante per tutti e anche per i maturandi. Anche se si sono trovati ad affrontare un esame che è stato molto più facile del solito.

A me, invece, malgrado la situazione, è toccato comunque l'esame tradizionale , e ho dovuto studiare le stesse cose degli altri, non è che mi hanno fatto sconti.

La prima prova l'ho fatta bene, ma la seconda... Facendo il liceo scientifico mi sono ritrovato lo scritto di matematica e fisica. Già non amavo molto queste due materie prima, ma dopo la seconda prova ho capito che nella mia vita non farò mai niente che abbia a che fare con matematica e fisica.

Ero lì, tutto piegato, con mille calcoli da fare, non capivo nulla. In più ero sotto Oki per ridurre il dolore delle fratture. Insomma è stato un dramma totale.

Poi, superata la seconda prova mi sono molto tranquillizzato. Anche perché la mia filosofia era: “Sei arrivato fino qui, è difficile che tu non riesca a prendere il diploma”. 

D'accordo, sotto sotto volevo anch'io uscire discretamente. Anche se non cambia molto, perché tanto il voto del diploma non te lo chiederanno mai, a meno che uno cerchi di entrare in qualche università super, mega richiesta. 

Così all'orale sono arrivato tranquillo, quasi quasi con l'ombrellino, già pronto per andare a Lignano.  

È andato tutto bene e alla fine ho preso 78.

Da lì, però, ho iniziato veramente a capire come durante la scuola fossi stato in un mondo protetto. Ok, la vita quotidiana dello studente a volte è pesante, è ripetitiva, e poi dovevo alzarmi alle 6 per essere a scuola alle 8. 

Però, quando finisce, forse sei più libero, ma dopo un po' cominci a chiederti cosa farai adesso e ho realizzato che devi darti da fare e avere un tuo progetto da portare avanti, negli studi, ma non solo.  

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